E' giunto il momento di scrivere qualcosa sull'incontro avvenuto venerdì scorso in Provincia.E' difficile raccontare cosa sia emerso durante quell'ora scarsa di chiacchere.
I rappresentanti della Provincia ci hanno comunicato che sono riusciti a mettersi in contatto con Banca Intesa e che hanno fissato un incontro per lunedì 18 Gennaio. Abbiamo aspettato a scrivere perchè speravamo di avere notizie certe sull'esito dell'incontro ma ci sono arrivate solo voci di corridoio che preferiamo non pubblicare fino a quando avremo avuto modo di verificarle.
Come sospettavamo, i curatori fallimentari non si sono presentati all'incontro di venerdì 15 e solo oggi ci è arrivata una risposta al nostro invito, PURTROPPO A CAUSA DI PROBLEMI TECNICI HANNO RICEVUTO LA NOSTRA EMAIL DI INVITO SOLTANTO IERI.
Che dire? Non potendo smentire questa notizia (anche se la notifica di consegna dell'email ci è arrivata immediatamente dopo l'invio) non possiamo che rammaricarci dell'assenza di chi ci interessava particolarmente incontrare.
La Provincia ci ha comunque garantito che la trattativa sta proseguendo (guardacaso c'era stata una lunga telefonata con la curatera proprio la mattina prima del nostro incontro) ma che i curatori si sono rifiutati di fornire dettagli nascondendosi dietro il segreto professionale (manco fossero preti durante la confessione).
E' quindi emersa un'impossibilità da parte delle Istituzioni (per loro stessa ammissione) di far pressione sulle parti (curatera-imprenditore). Questo dato di fatto rende ancora più pesante l'assenza della curatera e fa montare la rabbia dei lavoratori. Tutte le domande che ci eravamo preparati avranno mai una risposta?
A questo punto, prepareremo un documento che invieremo ai curatori fallimentari via raccomandata con ricevuta di ritorno (sperando che almeno la posta ordinaria funzioni!) nel quale elencheremo tutti i punti per i quali necessitiamo chiarimenti.
E' davvero triste dover ricorrere a questi mezzi per avere attenzione ma purtroppo la realtà è questa: non riusciamo a metterci in contatto con chi ha in mano il nostro futuro. Le nostre telefonate al 90% nel vuoto, le nostre email si disperdono nella rete...
Ci viene da pensare che dall'altra parte o non ci siano notizie, oppure che per dei motivi a noi sconosciuti, si decida deliberatemente di nascondercele. I lavoratori sono doppiamente interessanti nell'andamento delle trattative. Sia dal punto di vista del ritorno al lavoro ma anche per il recupero delle mensilità perse, del TFR e dei contributi; motivo per cui riteniamo di dover essere tenuti informati sull'andamento delle cose.
A 13 mesi dalla dichiarazione del fallimento, le notizie sono poche, frammentarie e oltretutto devono essere quasi estorte con la forza, i risultati invece sono ZERO.
La scadenza "dell'opzione" con l'imprenditore russo, è a fine mese. Immaginiamo che a 10 giorni da quella data, ci sarà qualcosa in pentola, allora perchè i lavoratori, non vengono informati? Perchè le notizie da parte dei curatori fallimentari latitano?
Da parte della Provincia invece qualcosa si è mosso.
Purtroppo i famosi tempi tecnici sono sempre troppo lunghi. Come è stato ribadito anche durante la riunione "a colpi di 20-30 giorni" alla volta è passato più di un anno e noi siamo ancora a presidiare. Ad aprile finirà la cassa integrazione ed inizierà il periodo di mobilità. Per noi sarà la morte della lotta, vorrà dire essere fuori dai giochi e dire addio al rientro in fabbrica.
Motivo per cui abbiamo richiesto il prolungamento della cassa integrazione di un anno. Purtroppo nessuno ha la forza\capacità di sbilanciarsi sotto questo punto di vista; nessuno vuole sentir parlare di rinnovo senza che ci sia stat una scadenza. La paura è quella di veder passare i soliti 5 mesi (oramai abbiamo provato sulla nostra pelle quali sono i tempi tecnici) prima di avere una risposta o un rinnovo. Oramai le nostre finanze sono a terra, raschiamo il fondo da oltre un anno e anche se iniziamo a scavare, sappiamo che sotto non ci sarà nessun tesoro nascosto.
Prevenire è meglio che curare ma abbiamo purtroppo imparato che l'unica cosa che si fà è mettere delle pezze.
Dal canto nostro, non abbiamo intenzione di mollare e ribadiamo che continueremo a presidiare. Come sottolineato anche in Provincia, bisogna accorciare i tempi, il rischio è che un problema sociale, diventi un problema di ordine pubblico e nessuno in quel caso potrà garantire che le pezze saranno abbastanza grandi e resistenti da tenere assieme il tutto.
giovedì 21 gennaio 2010
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