giovedì 24 giugno 2010

= 27 giugno =

NESSUN DORMA

I Lavoratori della Metalli Preziosi vi invitano alla serata organizzata dai lavoratori della Lares, fabbrica di Paderno Dugnano (MI) presidiata da oltre 520 giorni e da altri lavoratori di fabbriche milanesi in crisi insieme ai Cantanti della Scala di Milano, da mesi in lotta contro il FUS (Fondo unico per lo spettacolo) imposto dal governo Berlusconi e Stefano Gavioli con il teatro operaio, con la quale lavoratori ed artisti vogliono tenere alta l'attenzione sulla crisi, sul lavoro, sull'occupazione e sulla devastazione della cultura italiana portata avanti dal capitalismo e delle politiche libesriste.

domenica 27 giugno 2010 dalle ore 20.30
CIRCOLO Culturale Falcone e Borsellino
PADERNO DUGNANO (MI) Via Falcone e Borsellino, 2/ a

= 25 GIUGNO =

Sotto il volantino per la manifestazione del 25 Giugno.
L'appuntamento del sindacato di base è alle 9.30 in Largo Cairoli quello CGIL e alle 9.30 a porta Venezia.


UNITI PER RESISTERE!


Siamo noi lavoratori e lavoratrici a essere sotto attacco. Dal giorno in cui la stampa e i media hanno annunciato lo scoppio della crisi finanziaria, quotidianamente subiamo licenziamenti, ristrutturazioni, espulsioni di precari dalla produzione e di immigrati dal paese, ricatti, leggi e provvedimenti governativi che erodono sempre di più i nostri diritti e il nostro salario.

Nell'ultimo mese stiamo assistendo a uno sviluppo esponenziale di questo attacco a chi lavora per garantire elevati profitti ai capitalisti: Il "collegato lavoro" e la "Finanziaria" sono i colpi di questo governo sferrati con straordinaria sincronia al tentativo di Marchionne, della FIAT e tutta la Confindustria di Emma Marcegaglia, di stravolgere i rapporti di lavoro, decurtare radicalmente i salari, cancellare e quasi azzerare tutele e diritti conquistati dalla RESISTENZA e dalle dure lotte operaie degli anni '60 e '70.

È lampante che i padroni e i governi che li rappresentano, nonostante le loro forti divisioni, sono monoliticamente uniti contro i lavoratori. Noi invece ci dividiamo: italiani e immigrati, fissi e precari, pubblici e privati, iscritti o meno alle diverse organizzazioni sindacali.

Se vogliamo resistere efficacemente a questo attacco senza precedenti dobbiamo decidere dal basso e riconquistare la nostra unità di classe lavoratrice, sfruttata e vessata da un capitalismo che non è più in grado di uscire da una crisi non solo economica, ma politica, sociale e culturale.

Anche oggi in piazza siamo divisi. Ci saranno 2 cortei. Noi lavoratori e lavoratrici, delegati e delegate, ci siamo autoconvocati il 18 giugno e abbiamo deciso che lo sciopero generale deve diventare un momento di unità e di lotta CONTRO i padroni. In entrambe le manifestazioni porteremo lo striscione "UNITI PER RESISTERE!". Proponiamo a tutti e tutte di riunire i due cortei in duomo per continuare la manifestazione fino all'ASSOLOMBARDA per lanciare le nostre grida e la nostra rabbia contro i responsabili della crisi e dell'attacco ai nostri diritti.

PRECARI E FISSI, PUBBLICI E PRIVATI, ITALIANI E IMMIGRATI, ISCRITTI E NON AL SINDACATO, TUTTI ASSIEME ANDIAMO IN ASSOLOMBARDA A GRIDARE:

• Contro i licenziamenti e le ristrutturazioni
• Contro le speculazioni edilizie e finanziaria
• Contro la finanziaria, il collegato lavoro e le leggi xenofobe
• Contro il piano FIAT, un attacco a tutti i lavoratori
• Per far pagare la crisi davvero ai padroni
• Per lavorare meno e lavorare tutti e salario minimo garantito
• Per la continuità salariale per tutti e tutte i licenziati, i disoccupati e i precari
• No al capitalismo e ai profitti, per una alternativa reale dei lavoratori!

giovedì 17 giugno 2010

= CONTO QUANTO? =

Si è tenuto lunedì 7 Giugno un nuovo incontro tra i LAVORATORI della Metalli Preziosi e i rappresentati delle Istituzioni.
Il tema del giorno è stato il terreno su cui è insediata la fabbrica.
Presenti nel Municipio di Paderno Dugnano oltre ad una rappresentanza dei lavoratori il Sindaco di Paderno Dugnano, rappresentanti della provincia, e rappresentanti sindacali.

Perché continuare a parlare del terreno?
Perchè continua ad essere il nodo cruciale della vicenda, difatti l'imprenditore che fino ad ora ha dimostrato (e sembra continui a dimostrare) interessa nella ripresa al lavoro non è interessato all'acquisto del terreno.
Nella riunione è stato confermato l'interesse di 2 imprenditori per l'acquisto del terreno, uno dei quali ha già presentato una proposta di acquisto per una cifra molto vicina a quella richiesta dalla curatera e l'altro dovrebbe averla presentata venerdì 11 giugno.
La valutazione iniziale del terreno è stata di 13 milioni di euro, voci non ancora confermate riportano che il costo del terreno nel frattempo sia lievitato a 18 milioni di euro.
Quello che ci piacerebbe capire ora è, quale è il margine di contrattazione tra la curatera e gli imprenditori interessati all'acquistodel terreno? Quanto possono influire le "istituzioni" in tutto questo?
E' vero che questa operazione è da considerarsi come una "trattativa" tra privati e di conseguenza non "influenzabile" dall'esterno MA non bisogna dimenticarsiquello che c'e dietro a questo mera valutazione economica.
Tutt'intorno a questo accordo tra 2 parti, ci sono 100 famiglie che soffrono e lottano da oltre 600 giorni. Visto che si parla di matematica e di conti, quanto può considerarsi importante anche una cifra di 1.000.000 (leggi un milione) di euro in confronto a quanto c'e in ballo?
Questa volta i conti i calcoli li vogliamo fare noi.
Ipotizziamo che il problema sia effettivamente un milione di Euro. I nuclei familiari dei dipendenti della metalli sono circa 100, vale a dire un problema di 1000 euro circa cadauno. Se dividiamo questa cifra per il numero di giorni di presidio (circa 600) viene fuori 1,66 pidocchiosi euro per ogni giorno di presidio.
E' vero questi conti non hanno nessun senso. Ma cosa dobbiamo pensare, che se ogni giorno di presidio ogni famiglia di dipendenti si fosse autotassata avesse rinunciato a 2 caffè, oggi avrebbero potuto ricomprarsi un pezzo del terreno e forse tornare al lavoro?
O forse che le vite di queste famiglie, il loro futuro e il loro passato non valgono nemmeno 1 euro e 66 centesimi al giorno?
Come devono ridursi queste PERSONE a richiedere aiuto agli italiani, chiedendogli di mandare un sms per versare 1 o 2 euro?
Vista così la situazione non è così drammatica o di contro se la si guarda così, appare ancora più drammatica.